“Assorbito dal suo lavoro, ogni giorno più consapevole della statura che va assumendo, considera le istituzioni della Repubblica alla stregua di impacci.
… vuole che si sfiniscano in dispute inconcludenti e che lasciando a lui la fatica e la gioia di decidere e di operare. Apprezza, è vero, i consigli di alcuni di loro; ciò che gli riesce intollerabile è l’istituto nel suo insieme, un organo di cui più volte, nel corso della vita, ha saggiato la vigliaccheria o l’inutilità.
…una pericolosa forma di autorità fondata sulla demagogia e sul carisma personale. Il “dittatore democratico” non governa contro il popolo; ha indubbiamente bisogno di una polizia fedele, di “servizi segreti” che abbiano occhi e orecchi dove serve, di denaro per corrompere e di delatori per sapere. Ma è anche un uomo che può comparire in pubblico senza timore, sicuro anzi di raccogliere l’ovazione di una folla che lui si compiace di salutare…
…il suo potere si colloca a metà tra repressione e consenso, imposizione della volontà e ascolto delle profonde esigenze popolari, culto della personalità, totale identificazione (confusione) dei suoi interessi personali con quelli dello Stato. Il funzionamento della democrazia è macchinoso, lento, costoso; il dittatore democratico taglia i costi, accelera le decisioni eliminando gli equilibri tra i poteri, offre certi vantaggi; in cambio si sente autorizzato a limitare le libertà, a imporre il suo volere come il solo legittimo, vuole essere temuto, ma non per questo rinuncia ad essere anche amato. Il dittatore democratico si sente il padre del suo popolo e come un padre si riserva di premiare e di punire a suo giudizio. Il contrario della democrazia appunto”.
__________________________
“Le correnti di pensiero interne ai partiti sono come metastasi”. Questa affermazione del nostro dittatore democratico sulla pluralità di opinioni è l’emblema di quale sia il suo pensiero in merito al dissenso o al contradditorio. Se chi diverge o esprime parere difforme dal suo è considerato alla stregua del cancro, significa che il peggior male è proprio la democrazia.
Ogni singolo atto, o semplice pensiero, che possa distaccare dal PdL una costola di destra autentica, democratica ed europea, va accolto con eccezionale gaudio.
L’avvento del dittatore democratico ha segnato la fine della destra, tradizionalmente e moralmente intesa, dando vita ad un’altra cosa che anche con i voti di destra ha costruito un ampio e pericoloso consenso.
Se l’obiezione di coscienza di Fini sia solo un fuoco di paglia lo vedremo presto. La speranza, ovvia quanto aleatoria, è che possa segnare l’inizio di un equilibrio nuovo.
P.S. Ah.. la citazione iniziale è di Augias e si riferisce a Giulio Cesare. Cosa avevate capito?
#1 by Erica at 1 maggio 2010
Ho sentito Augias leggere la citazione in questione durante la diretta della sua trasmissione.
E’ stato, forse, un paio di mesi fa, non c’era ancora il “caso Fini”…
Augias sparava a zero sul premier italiano (mi fa un po’ senso dire “nostro”).
…
Speriamo!