Io il Dòic me lo ricordo dai primi anni degli esordienti. Aveva un anno più di me, e a quell’età un anno è una differenza non da poco. Alto, snello, ordinatamente biondo, non veloce, ma tecnicamente discreto. Buon senso della posizione. Giocava titolare nel ruolo di libero, suscitando sconsideratamente la mia invidia, perché era esattamente quello che avrei voluto fare io: sia il titolare, che il libero. Invece bazzicavo più spesso dalle parti della panchina, individuato dal Toto come fluidificante – ala destra. Ero veloce e scattante, ma tecnicamente poco più che disabile. Un anno dopo, lo ricordo come fosse ora, nel campetto delle medie lo Zefir mi scoprì “interno” destro: ruolo che compresi solo nell’età della ragione, e solo con l’ausilio dell’enciclopedia e di qualche almanacco.
Poi il Denis Lorenzi lo ricordo sulla corriera delle superiori, all’epoca del suo bomber blu (come il mio), dei Ray-ban verdi (come i miei) e dei capelli rasati col ciuffetto davanti (come me). Non so, ma spesso mi sembrava che un po’ ci somigliassimo, anche se non era vero.
Negli anni dei campi scuola e delle gite parrocchiali ho condiviso con lui qualche bella camminata e qualche chiassosa chiacchierata. Poco altro. E di questo, col senno di poi, mi dispiaccio. Finite le superiori ci siamo persi di vista, pratico imbianchino lui, teorico dello studio io.
L’ho ritrovato tra la platea del consiglio comunale, intento a sostenere l’impegno di partecipazione che pochi mesi prima aveva sottoscritto.
La notizia gelida della sua morte mi ha raggiunto su una rovente strada portoghese, a migliaia di chilometri dal suo corpo, mentre con ben altri pensieri tornavo dalla spiaggia. Sono rimasto incredulo, inebetito, attonito. Quelle cose che devi ripeterti sottovoce più volte, prima di farle assimilare al cervello. A mente fredda ho ripercorso qualche brandello di ricordo che ci ha visti insieme.
Poca cosa, come dicevo. Oltre alla preghiera, per chi ci crede, in queste circostanze non possiamo fare nulla. Ma è giusto provare a ricordare e raccogliere almeno un briciolo di memoria.