La lenta e progressiva transumanza di Alleanza Nazionale verso gli alpeggi rigogliosi e lussureggianti del Partito delle Libertà segna irrimediabilmente la fine di un’ipotetica destra tradizionale e democratica.
I valori propositivi coltivati negli orti della destra moderna potevano, dopo Fiuggi, affrancarsi dai gravosi macigni dell’intolleranza e del fascismo, e raggiungere una posizione moderata e utile, in nome della democratica pluralità del pensiero. La tutela della famiglia, il conservatorismo intelligente, le difese sociali, e molti altri valori “positivi”, avrebbero potuto affermarsi in una dimensione diversa, complementare e non contrapposta a quella della sinistra italiana. Punti di vista antitetici per discutere meglio di valori spesso condivisi. Questa sarebbe la vera democrazia. Questo è quello che è accaduto in molti paesi europei.
Invece la destra italiana, come il più vizioso dei marinai, ha abboccato alle roboanti sirene di Arcore, scegliendo di fatto una deriva senza ritorno. Oltre alla propria identità spezzata e azzerata, è incappata dunque in una nuova dimensione, assumendo connotazioni e caratteristiche proprie non di un’altra idea politica, ma di un altro partito, di un’altra persona.
Il cavaliere pigliatutto si è impossessato dunque (e anche) di un’intera area politica, che poteva e doveva intraprendere un percorso diverso. Alleanza Nazionale da anni si fonde e si confonde con le motivazioni e i disvalori che muovono Forza Italia. Non esiste più la destra. Al suo posto esiste solo Berlusconi, che per me è un’altra cosa.