Come promesso, dopo i dieci motivi per lavorare a Roma, ecco i dieci motivi per non farlo.
1. Totti. Intellettuale di rango.
2. Totti e il culto dell’imperatore. Dovreste vederli… quando parlano del Pupone come fosse il Dio fatto uomo, sceso dal cielo nella più forte squadra dell’universo. Da “io sono la via, la verità e la vita” a “life is now”. Ecumenicamente insopportabili.
3. Può capitare che l’aeroporto da luogo di transito diventi luogo di stanziamento rurale. Ho visto accampamenti al ritiro bagagli che si confondevano con i villaggi rom della periferia. Materiali e persone d’ogni genere accatastati in un irresistibile crogiuolo di colori ed odori. Che fa? Domicilia?
4. Quelli che imbarcano sull’aereo bagagli enormi (“imbarcare sull’aereo” è già di per sé un ossimoro che esprime un disagio intrinseco). Stipano le cappelliere con valigie da profugo e borse da venditore ambulante. Poi arrivi tu con un misero portatile e lo steward, spaventosamente effeminato, sorridendo ti fa: “non c’è posto, lo tenga sotto il sedile”.
5. La metropolitana della mattina rievoca grottescamente i carri bestiame sulla via del mattatoio. Non mancano neppure i muggiti e i grugniti.
6. Le giapponesi. A mucchi di due-tremila si muovono ordinatamente in processioni senza metà. Se devi scendere dall’ascensore o dalla metro e loro devono salire, è matematico che ti farai 5-6 piani di salita o altrettante fermate di treno prima di rivedere la luce. Mata aimashou!
7. Il coatto medio ha la voce di Aldo Fabrizi, ma la profondità d’intelletto di Alvaro Vitali. Ne conseguono dialoghi che infastidiscono l’umore. Lo spirito, affranto, vorrebbe tanto poter dire: “me rimbalza”, ma proprio non ci riesce.
8. Il traffico è caotico, ma caotico al quadrato. L’abitudine ai serpentoni ininterrotti di auto ti fa entrare nella tranquillità della tua camera d’albergo, guardando attentamente a destra e sinistra: per dare la precedenza.
9. Quelli che suonano la fisarmonica nei vagoni della metropolitana. Quando sei stanco morto, entrano con un’improbabile “buonasera”, strimpellano ignobilmente venti secondi di Besame mucho e vorrebbero dei soldi?
10. Non esiste l’acqua gasata. Se chiedi una supergasatissimafrizzantissimabozzadacquatipoperier ti portano la Ferrarelle. Ma dai! (…segue rutto, inevitabilmente sommesso).
#1 by vale at 7 marzo 2009
Domanda: ma il romano-medio ti chiama “A Sì” o “SiRvio”?
#2 by admin at 7 marzo 2009
Risposta: decisamente “A Si”. L’alternativa è “maestro Silvio”, ma questa è più intellettuale.
#3 by vicensa at 8 marzo 2009
Beh… fin che non ti chiamano “AA stronzooo!” va ancora tutto bene…
#4 by admin at 9 marzo 2009
Vecchio Cirano. Quando parli, ti muovi delicatamente… solo col fioretto.
#5 by vicensa at 10 marzo 2009
Noblesse oblige… (sto studiando anche il francese…)