La strumentalizzazione della vicenda Englaro è l’unico vero impegno bipartisan perfettamente riuscito.
Da una parte il Governo, che brandisce l’alabarda delle guardie svizzere vaticane, nell’evidente tentativo di rastrellare i consensi popolari ed il vitale sostegno ecclesiastico: libero Governo, in libera Chiesa, in libero Stato.
Dall’altra parte le opposizioni e il mondo laicista, intenti a svendere l’immagine della sofferenza per la promozione di chissà quale ideale di libertà. Anche il padre, va detto, sembra combattere più per una questione di principio che per il bene effettivo della figlia.
Nel mezzo lei, a soffrire inutilmente, indefessamente. Ad aspettare che gli altri, fuori, decidano la sua sorte, ma solo dopo aver risolto il dibattito filosofico e quello politico.
#1 by massimo at 10 febbraio 2009
un contributo autorevole per una silenziosa riflessione sul tema. ciao
VERONESI (PD). Signor Presidente, cari colleghi, in questi mesi, come è mia abitudine, ho molto ascoltato. Ma oggi mi sento moralmente in dovere di prendere la parola. Vi parlo per ciò che sono io, per quello che rappresento per i cittadini: un medico, un uomo di scienza che, per più di cinquant’anni, è stato vicino ai malati di cancro (che ha aiutato a guarire e a vivere a lungo, molto a lungo), ma vicino anche alla sofferenza, al dolore, alla morte.
Per questo da molti anni ho lanciato il movimento per il testamento biologico e, su questo argomento, ho scritto quattro libri (non uno, ma quattro libri), per un totale di duemila pagine. Perché il tema è complesso, è difficile, è delicato. Per questo sono sconvolto oggi.
Sono sconvolto dalla singolare, direi assurda, procedura cui stiamo assistendo. Una legge dello Stato, che riguarda la libertà individuale (Applausi dal Gruppo PD), verrebbe sbrigativamente decisa sull’onda delle emozioni sollevate da un caso mediatico. Perché questo è il caso di Eluana: un caso mediatico. Perché non ha nulla di diverso, dal punto di vista scientifico e umano, da altri centinaia di casi di coma vegetativo permanente nel nostro Paese, di cui nessuno si occupa. Dietro a una legge emanata per Eluana non ci sarebbe, dunque, né logica, né razionalità, ma essenzialmente un’onda emotiva, che per sua natura è passeggera e, soprattutto, è una cattiva consigliera.
Non c’è dubbio che il caso di Eluana sia stato accompagnato da una pessima informazione. (Applausi dal Gruppo PD). Ma questo non è un alibi per evitare di affrontare lucidamente il problema. Si tratta di un problema di civiltà, che riguarda l’invasione della tecnologia medica nella vita umana. Mi trovo d’accordo con il filosofo cattolico, cattolicissimo, Giovanni Reale, quando vede nel caso di Eluana ‑ sono sue parole ‑ un abuso da parte di una civiltà tecnologica che vuole sostituirsi alla natura.
Quando avverte che si è perduta la saggezza della giusta misura e la Chiesa e il Governo sono vittime di questo paradigma dominante, che vorrebbe tenere in vita Eluana contro la natura e, infine, quando cita Papa Wojtyla, che, rispondendo ai medici che gli offrivano di continuare a curarlo, disse: «Lasciatemi tornare alla casa del Padre».
Vedete, mantenere insieme un complesso di organi e cellule in una vita artificiale è un atto contro natura: oggi, tecnologicamente la medicina è in grado di mantenere in stato vegetativo un corpo senza attività cerebrali quasi all’infinito, ma il fatto che lo si possa fare tecnicamente, non significa che lo si debba fare eticamente.
Penso sia una mostruosità e come me la pensano migliaia e migliaia di cittadini, terrorizzati dalla prevaricazione violenta della medicina tecnologica nella propria vita. Lo dico da uomo di scienza: la tecnologia non ha limiti in sé e se noi, la società e le sue istituzioni non ci impegniamo a tracciare questi limiti rispetto alla vita dell’uomo, chi mai lo potrà fare?
Conosco bene la normativa italiana sul diritto di cura, perché ogni giorno la applico e la vivo insieme ai miei medici e ai miei malati: la nostra legge garantisce la possibilità di rifiutare ogni trattamento, anche di semplice sostegno, come le trasfusioni di sangue e la nutrizione artificiale; abolire questo dritto sarebbe un atto molto grave, che minaccia alle radici il principio di libertà individuale, base irrinunciabile delle democrazie moderne. Voglio pertanto fare un appello alla ragione e alla coscienza di tutti noi e di tutti voi, in quanti membri del Senato, vale a dire di questa Camera alta, di questa istituzione a cui la gente guarda come un punto fermo nella confusione dei momenti di crisi: il nostro ruolo è di analizzare le situazioni più difficili con lucidità e saggezza e dare pareri obiettivi e lungimiranti. Ecco, credo sia nostro dovere, come senatori, guardare più in là dell’oggi e anche del domani e pensare anche alle conseguenze future delle nostre decisioni.
Vi chiedo, dunque, di fermarvi, di riflettere, di meditare e di non votare una legge in palese contrasto con i diritti garantiti dalla Costituzione e, soprattutto, in conflitto con se stessa. Il movimento sul testamento biologico, infatti, è nato solo ed esclusivamente – lo sottolineo – per garantire ai cittadini di poter rifiutare quella condizione assurda ed inumana di una vita artificiale che può protrarsi per decenni priva di coscienza e di attività cerebrale.
Bene, al contrario, questo provvedimento imporrebbe a tutti per legge proprio questa fine terribile e innaturale. (Vivissimi applausi dai senatori dei Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut, che si levano in piedi. Moltissime congratulazioni).
#2 by Erica at 11 febbraio 2009
Grazie a Massimo per l’interessante contributo. Finalmente un discorso sensato.
Sono pienamente d’accordo con quanto espresso dal Professor Veronesi, a parte quando parla del Senato descrivendolo come “un’istituzione a cui la gente guarda come un punto fermo nella confusione dei momenti di crisi…”. Secondo me la gente non ha poi così tanta fiducia nel Senato.
Come ebbi modo di scrivere in un post di Novembre, sempre in riferimento a questa vicenda, la soluzione ad ogni dibattito, ad ogni dubbio, ad ogni discussione, sta nel sancire la validità del testamento biologico.
Ma perché nessuno si chiede come mai non venga perseguita questa strada?
#3 by andrea at 12 febbraio 2009
secondo me si sono rivelati ancora in modo piu’ palese come classe politica e dirigente scarna vuota senza iniziative senza palle e incapace di fare delle vere scelte oltre a quelle capaci di portare a fini utili solo per il proprio tornaconto