Il Vaticano taccia come “approssimazione storica e meschino opportunismo politico” l’intervento di Fini sulle responsabilità della Chiesa cattolica, di fronte alla promulgazione delle leggi razziali del ’39. Scontro tra eredi dei colpevoli, sembrerebbe.
Si perpetra così l’antico vizio dell’Italia di fronte ai dibattiti storici: l’abitudine cioè, secondo cui ognuno può dire un po’ quello che vuole.
È innegabile che l’atto infame del regime totalitario, cui va addebitata ogni responsabilità, trovò una parte di sostegno nell’opinione pubblica di una società ormai compromessa e marcescente. In un paese allo sbando, che vedeva nella guida forte del dux l’unica via d’uscita, non furono isolate le posizioni di chi assecondava qualsiasi scelta del regime, anche la più folle. D’altro canto è acclarato anche che il papa di quel periodo, Pio XII, si schierò fermamente contro le leggi razziali, pronunciando più volte inequivocabili discorsi ed appelli.
A Pio XII, però, si rimprovera di non aver mai condannato apertamente le deportazioni del regime nazista. Nel Museo dell’Olocausto di Gerusalemme, un’iscrizione definisce il papa come “ambiguo”. Di fronte alle proteste del Vaticano, i responsabili del Museo si resero disponibili a rivedere quel giudizio qualora i documenti degli archivi vaticani avessero dimostrato i buoni intenti del Pontefice. Il permesso ad accedere agli archivi non fu mai accordato.
Di ambiguità fu accusato anche Pio XI, suo predecessore, che parlo di Mussolini come dell’”uomo della provvidenza” e che si vide più spesso impegnato a contrattare i privilegi ecclesiastici che a esecrare il regime fascista.
Forse dunque, come spesso accade, la verità sta un po’ nel mezzo.
Esiste sull’argomento un bel libro, che non ho ancora avuto modo di leggere: Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa, di Emma Fattorini.
Ne riparleremo.
#1 by Gianluca at 20 dicembre 2008
Nel chiederti “Cosa resta ancora da salvare?” e sperando in un tuo futuro approfondimento sull’argomento nel blog, Tantissimi Auguri di Buon Natale a te e a tutti i lettori.