Il filosofo Abelardo diceva che “bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso”.
La sensazione che si prova nel pubblicare un libro è quella di salire in orbita e di non voler scendere più. Scriverlo è meraviglioso, certo. Perdere tempo nelle passioni vere, nelle ricerche che hanno un gusto, nella cura dei particolari è un sentimento autentico e quasi inspiegabile. Questo è il vero piacere di lavorare. Ma quando si arriva finalmente alla pubblicazione, si è preda di una droga che altera l’organismo e la personalità, e che spinge ostinatamente all’assuefazione.
Vedere la propria copertina nelle vetrine del centro città annega di soddisfazione un ego già troppo compromesso. I commenti entusiasti dei compaesani fanno sentire importante. Trema la mano, quando scrive le prime dediche (io che firmo un mio libro?), mentre la voce che racconta al corrispondente della Gazzetta tutto quanto… è un fiume in piena che non s’arresta più.
#1 by max at 16 dicembre 2008
Te l’ho detto a voce ora te lo scrivo.
Sei un GRANDE.
Orgoglioso di appartenere alla cerchia dei tuoi amici.
#2 by Dicono at 16 dicembre 2008
Bravo Silvio, ti apprezzo molto.
Come ti dicevo qualche sera fa, ho uno zio che scrive libri sulla storia dei piccoli paesi mantovani per pura passione e, ad ogni presentazione a cui riesco a partecipare, vedo nei suoi occhi vedo lo stesso entusiasmo e la gioia di sempre.
DIZIONARIO VOLTESE best sellers!!!
#3 by Erica at 17 dicembre 2008
Tantissimi complimenti!
Non vedo l’ora di avere una copia del libro con, ovviamente, la dedica dello scrittore, e non vedo l’ora di regalarlo a persone che sono certa l’apprezzeranno, mi sentirò un po’ orgogliosa anch’io per il fatto di conoscere personalmente l’autore.
Pensa se ti dedicassi alla scrittura a tempo pieno.
Pensa se facessi dello scrivere la tua professione.
Dici: “Questo è il vero piacere di lavorare.” Pensa a cosa può nascere da questa affermazione.
Spero che quello che può sembra un traguardo, e per alcuni versi lo è, sia invece una partenza.
E’ l’augurio più grande che mi sento di farti.
#4 by valentina at 17 dicembre 2008
“Una lettera mi è sempre parsa come l’Immortalità, perché non è forse la Mente da sola, senza compagno corporeo?” (Emily Dickinson) GRANDE SILVIO!
#5 by Gianluca at 18 dicembre 2008
Come sempre… stra-d’accordo con Erica!
Che sia stimolo per rischiare… e volare più alto
(anche di un volo Verona-Roma).
Abbraccio.
#6 by admin at 18 dicembre 2008
Tutti troppo buoni. Potrei dire molte cose, ma mi limito a sottolinearne una sola. Il fatto che vi rechiate in questo spazio e per diletto, per curiosità o per semplice pena leggiate i contenuti, è una delle molle che mi spinge a scrivere.