Dieci motivi per lavorare a Roma


1- Salire su un Audi A6 blu, con l’autista privato ed i vetri oscurati mi fa sentire un magistrato in carriera o un parlamentare leghista che sverna a Roma. Quando sfreccia a velocità impossibili da Fiumicino all’Eur, viene spontaneo guardarsi dietro per vedere dove è finita la scorta.

2 – Il tempo trascorso all’aeroporto o sugli aerei mi consente di leggere almeno due quotidiani a settimana. È una cosa che amo e che non trovavo più il tempo di fare. La pagina sui polpastrelli dà l’ebbrezza sensoriale di una romantica antichità.

3 – I ritmi di lavoro sono leggermente dilatati. È chiaramente una questione filosofico culturale, ma alzarsi con calma e iniziare senza frenesia a volte cambia davvero la giornata.

4 – Clima fantastico. Girovagare in dicembre in fresco lana non è proprio da tutti.

5 – I tassisti sono maschere di teatro, attori professionisti, macchiette uniche. Con le loro battute si potrebbe scrivere un libro. Per ora sono sufficienti ad allietare le giornate più pesanti.

6 – La metropolitana è un ottimo parco somiglianze. Durante gli spostamenti bisogna pur farsela passare: fantasticare sui visi e proporre accostamenti più o meno calzanti è uno dei miei hobby preferiti. Per ora è in testa Battiato, dell’ufficio di fianco, con il 92-93%.

7 – Le sporadiche passeggiate per il centro si permeano di storia. Sapevo che Roma è una città bellissima, ma non credevo potesse suscitare una suggestione così forte. Lo sguardo si riempie di cultura, quasi senza accorgersene.

8 – Gli uffici delle Poste Italiane sono famosi per due cose: la sontuosa mensa interna e le greggi di fanciulle che pascolano tra corridoi e saloni. Gusto e vista risultano abbondantemente appagati.

9 – Le scenette che si vedono ai controlli di sicurezza meriterebbero un capitolo a parte: gente con coltelli nella valigia, turisti costretti a gettare confezioni di salmone o vino pregiato, anziani goffamente perquisiti o donnine succinte che sperano invano nella perlustrazione di avvenenti agenti della security… uno spasso.

10 – Se spendi 4,23 euro a pranzo, sai perfettamente che te ne restano 31,92 per la cena. La paura di sforare sulla diaria del vitto fa sviluppare un’innata capacità di calcolo matematico. Potrei fare il bilancio degli Stati Uniti in mezzora (Tremonti al cospetto diventa un ragioniere di primo pelo) o insegnare agevolmente meccanica quantistica ad Harvard.

A breve inserirò anche i dieci motivi per NON lavorare a Roma

  1. #1 by E at 10 dicembre 2008

    Spero che fra uno dei motivi per non lavorare a Roma vi sia l’uso indiscriminato del lampeggiante blu. Sembra che ognuno che ne possegga uno si senta in obbligo di usarlo o per lo meno di attaccarlo alla parte alta della carrozzeria per poi commettere varie infrazioni al codice della strada!
    Disgusto rama!

  2. #2 by Erica at 10 dicembre 2008

    Immagino che l’ordine, dei punti elencati, conti.
    Condivido tutto, a parte il punto 8 che sebbene non conosca gli uffici delle Poste Italiane diciamo che ti credo sulla parola, dicevo condivido tutto, anche se cambierei l’ordine.

    Roma città meravigliosa.

    Spero che uno dei motivi per NON lavorare a Roma, abitando a Verona, sia la lontananza dagli amati colleghi.
    Almeno da alcuni.

  3. #3 by admin at 10 dicembre 2008

    Nessun ordine di priorità, solo disordine mentale: quello che veniva in mente, ho scritto.
    Quanto ai colleghi: di molti ci si dimentica alla svelta, altri si vorrebbero dimenticare ma non ce la si fa. Ovviamente e fortunatamente i migliori restano nei pensieri e nelle preghiere della sera.

  4. #4 by Nick at 5 gennaio 2009

    Dei colleghi non ne parli, come mai? Uma cena con il lino potrebbe essere l’undicesimo punto. CI vediamo il sette scrittore!

  5. #5 by admin at 5 gennaio 2009

    Accc! Mi hai scovato anche tu!

(non verrà pubblicata)

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