La mia avversione ad Halloween è nota (cfr. La zucca al posto del crocifisso del 2003) ed ogni anno immancabilmente ritorno a rifletterci ed a rodermi un po’. La mera commercialità dell’affare poco importa e mi lascia sostanzialmente indifferente. Se si vendono ninnoli e chincaglierie inutili che – si dice – fanno girare l’economia, va bene. Se si riempiono locali altrimenti vuoti, se si socializza con questo pretesto di feste e serate a tema… d’accordo, mal non fa.
Il punto è un altro, ovvero quello della tradizione culturale importata e non autoctona, comprata e non nata, iniettata e non radicata. Effetto di una globalizzazione cancella le differenze buone (quelle culturali), ma non quelle cattive (quelle economiche)? Forse.
È vero, i figli di Colombo portarono il pomodoro da un mondo sconosciuto. Anni dopo inventammo la pizza.
Il fatto è che per noi, nostalgici conservatori, vecchi retrogradi, reazionari intransigenti ed allergici al nuovo, è difficile accettare questo finto progresso.
Abbiamo perso il culto di commemorare i nostri defunti, di studiare la storia dei nostri santi. Eppure siamo nati da loro, non sotto un cavolo né tantomeno da una zucca.
#1 by CLAUDIA at 3 novembre 2008
Sono d’accordo con te….pero’ vai a spiegarlo alle maestre, che per una settimana a scuola hanno parlato solo di Halloween, festa compresa!