Il solito pastrocchio all’italiana


Un’enorme presa in giro, ricca di fronzoli e accuratamente imbelletta. Prima sono state stravolte le leggi vigenti, per scorporare i debiti dell’Alitalia dal totale dell’azienda. Un creativo espediente per consentire al gruppo di amichetti di mettere le mani sulla parte buona della torta, mentre il rancido veniva gettato sotto il tavolo, ai rabbiosi cani comuni, noi, che digeriranno anche questa. Poi il fallimento dell’operazione per portare in tavola le fette.

Il governo, intento a proteggere gli amichetti, non si preoccupa affatto di cercare acquirenti alternativi, a parità di condizioni. Se Air France era disposta ad acquistare tutto quanto, è proprio folle pensare che avrebbe comprato anche due mesi dopo, quando è rimasta solo la parte buona della compagnia? E valutare un azionariato diffuso? Non se ne parla proprio.

L’opposizione, con Veltroni troppo impegnato a dipingere l’appartamento della figlia a Manhattan, timidamente guaisce: almeno avranno trovato l’accordo sul colore delle pareti?

Gli imprenditori obiettano: non era questo il succulento affare che era stato promesso.

I sindacati insorgono: mai dire sì.

Risultato: il CAI sarà sempre e solo il Club Alpino Italiano.

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