Se in seno alla sinistra i giochi di potere sono quasi perfettamente delineati (manca solo qualche piccolo dettaglio), a destra l’incognita Udc tiene in bilico tutta le scenografia.
È interessante vedere come si muoverà Casini. Illuso, usato, sbeffeggiato da Berlusconi, il Pier si trova oggi di fronte ad un bivio assai tortuoso. Dopo aver assaporato un ruolo primario nella Cdl, è scivolato dietro agli ultimi gregari, in una posizione quasi ininfluente per il Cavaliere e la sua corte. Rientrare in squadra insomma, avrebbe un prezzo altissimo e lo relegherebbe irrimediabilmente in panchina. Ma i numeri esigui del suo partituccio e la diaspora dei suoi colonnelli (Baccini, Giovanardi, Tabacci) lo rendono fragile all’autonomia elettorale: se si presentasse da solo raschierebbe con le unghie una manciata di voti per accedere alla Camera, mentre resterebbe fuori dal Senato. Una sconfitta annunciata, insomma.
Ecco pronta però, la mano tesa e la Rosa Bianca dei vecchi amici dc, pronti a spalancargli le porte. Questo tuttavia sancirebbe l’addio definitivo alla carovana vincente, quella di Berlusconi, e la rinuncia irreparabile alle comode poltrone e ai morbidi cuscini.
Non nascondo che la vicenda mi appassiona, perché avvince. Il belloccio sale e pepe sceglierà la dignità o il tornaconto?