Archive for febbraio 2008
Walter Caligola
“Incitato equo, cuius causa pridie circenses, ne inquietaretur, uiciniae silentium per milites indicere solebat, praeter equile marmoreum et praesaepe eburneum praeterque purpurea tegumenta ac monilia e gemmis domum etiam et familiam et supellectilem dedit, quo lautius nomine eius inuitati acciperentur; consulatum quoque traditur destinasse”.
A proposito del suo cavallo Incitato, il giorno che precedeva i giochi del circo, aveva preso l’abitudine di far sonare il silenzio dai soldati nelle vicinanze in modo che il suo riposo non fosse turbato; e non solo gli assegnò una stalla di marmo, una greppia d’avorio, coperte di porpora e finimenti tempestati di pietre preziose, ma gli regalò anche un palazzo, alcuni schiavi e un arredamento per ricevere più splendidamente le persone invitate a suo nome; si dice anche che progettò di nominarlo console.
(Svetonio – Vita dei Cesari, Libro IV Caligola)
Strumentali specchietti per le allodole più ingenue.
Dal rifornimento coatto di cariatidi, siamo passati alla chiamata dell’anonimo “signor nessuno”. Ripulite le soffitte dalla polvere degli imbalsamati De Mita di turno, ecco pronte le nuove leve. La precaria del call center, l’operaio della ThyssenKrupp, l’impiegata dell’Asl. Parte da qui la ventata di rinnovamento del Pd. Candidati nuovi, lindi, inattaccabili. Ci si interroga su quale merito li abbia portati a capeggiare le liste, quale esperienza, quale percorso. Assolutamente nessuno. Come se per guidare un paese bastasse la faccia acqua e sapone. Ma Walter è andato oltre, per non farsi mancare nulla e nessuno. Al fianco dei precari indigenti, spunta l’imbarazzato Matteo Colaninno, per strizzare l’occhio a Confindustria. Mancherebbe il clero. Con Don Matteo esaudirebbe sia i cattolici che gli amanti delle fiction. Aggiungendo un bel cavallo bianco prenderebbe i voti anche degli animalisti. Un successo sicuro.
La perfida Gravina
La vicenda dei due fratellini di Gravina sta seminando ovunque ansia e dolore.
In genere mi interesso poco di cronaca, ma è impossibile rimanere impermeabili a quanto accaduto in questi giorni. Brivido e stordimento che lasciano inebetiti tutti quanti. Immaginare due bambini che muoiono di fame, freddo e paura fa realmente gelare in sangue. In natura non ci può essere circostanza più perfida.
In un vortice d’insensata speranza, ora tutti ci auguriamo che il loro padre non c’entri nulla. Quasi questo potesse affievolire il male, attenuare l’abnorme dramma, sollevarci dall’immisurabile terrore. Ma se venisse accertato il contrario, cioè se la tragica morte fosse opera del genitore, andremmo davvero oltre la più malvagia delle fantasie.
Buona forchetta – Cogola
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 25 febbraio 2008
Se state vagando senza meta dalle parti di Folgaria, alla ricerca di un buon posto per pranzare, il ristorante Cogola può rappresentare un valido approdo.
Nuovissimo nella struttura, mitiga lo stile montano (molto legno) con una discreta raffinatezza (tre bicchieri per ogni coperto). Buono il servizio e ottima la cucina. Bruschette al lardo e prosecco vengono offerti come “benvenuto”. Col risotto al teroldego si va sul sicuro. Non ho assaggiato il vino della casa.
In due con antipasto, primo, bottiglia di vino e caffè abbiamo speso 23 euro a testa. Prendendo il vino alla spina e il dolce si può tranquillamente pranzare con 20 euro.
Provenendo da Folgaria, si percorre tutto l’abitato di Serrada: il ristorante è l’ultimo edificio sulla sinistra.
Voto finale: 7
Bar Ristorante Cogola – Via Pasubio, Serrada di Folgaria (TN)
Quarto grado
La decisione del PdL di non presentare alle elezioni politiche candidati condannati, fosse anche in ultimo grado di giudizio, poteva essere davvero una notizia. Un segnale chiaro e limpido di pulizia e rinnovamento. È arrivata invece la celere e rassicurante precisazione di Bondi: la messa al bando dei pregiudicati non potrà escludere dalle liste del neonato partito i condannati per motivi politici. Bene. Rimane da decidere chi decreta che il mandante è semplicemente giudiziario oppure anche politico. Chi decide se la condanna per frode, concussione, falso in bilancio, corruzione è “politicamente” asettica? Chi sceglie cioè se la sentenza è “giusta” o “ingiusta”? Serve un ulteriore grado di giudizio, superiore ed eticamente ineccepibile, affidato magari direttamente all’arbitrio illuminato del Cavaliere?
La Padania come il Kossovo?
Al di là dei dubbi che permangono sulla liceità e la legittimità dell’indipendenza kossovara pronunciata nei giorni scorsi, la sparata di Borghezio sul parallelismo col destino del “popolo padano” è l’ultima scemenza partorita dalle fini menti leghiste. Fa ribrezzo pensare che cervelli di questo spessore posino comodamente le loro natiche sugli scranni dell’Europarlamento.
Il diritto all’autodeterminazione dei popoli, che spinge legittimamente a cercare l’indipendenza, non ha alcun nesso con la cosiddetta Padania. Semplicemente perché non esiste un popolo padano. Non esistono una storia, una lingua, una razza o una cultura padane. Esistono storie, culture e dialetti regionali come in qualsiasi altro posto al mondo. Ma identificano regionalità comuni, non popoli specifici. A ciò si aggiunge che la fantomatica secessione è auspicata da una minoranza circoscritta di questo inesistente popolo padano. Ed i motivi, tutt’altro che storico-politico-culturali, sono meramente economici.
Per questo e per l’idiozia di certi personaggi, il Kossovo non può costituire alcun precedente giurisprudenziale europeo per la secessione padana. Robe da matti.
L'acquisto rossonero
Ho come l’impressione che il miglior acquisto del Milan al mercato di riparazione sia l’infortunio di Ronaldo. Ultimamente davvero ingombrante, penoso, imbarazzante. Almeno ora nessuno avrà più remore, dubbi, speranze sull’oppurtunità di farlo gocare. Non si dovranno trovare scusanti o motivazioni diplomatiche per relegarlo fuori dal campo. Ora finalmente si è aperto un ampio spiraglio e chiunque prenda il suo posto, farà certamente meglio.
Il dubbio di Pier
Se in seno alla sinistra i giochi di potere sono quasi perfettamente delineati (manca solo qualche piccolo dettaglio), a destra l’incognita Udc tiene in bilico tutta le scenografia.
È interessante vedere come si muoverà Casini. Illuso, usato, sbeffeggiato da Berlusconi, il Pier si trova oggi di fronte ad un bivio assai tortuoso. Dopo aver assaporato un ruolo primario nella Cdl, è scivolato dietro agli ultimi gregari, in una posizione quasi ininfluente per il Cavaliere e la sua corte. Rientrare in squadra insomma, avrebbe un prezzo altissimo e lo relegherebbe irrimediabilmente in panchina. Ma i numeri esigui del suo partituccio e la diaspora dei suoi colonnelli (Baccini, Giovanardi, Tabacci) lo rendono fragile all’autonomia elettorale: se si presentasse da solo raschierebbe con le unghie una manciata di voti per accedere alla Camera, mentre resterebbe fuori dal Senato. Una sconfitta annunciata, insomma.
Ecco pronta però, la mano tesa e la Rosa Bianca dei vecchi amici dc, pronti a spalancargli le porte. Questo tuttavia sancirebbe l’addio definitivo alla carovana vincente, quella di Berlusconi, e la rinuncia irreparabile alle comode poltrone e ai morbidi cuscini.
Non nascondo che la vicenda mi appassiona, perché avvince. Il belloccio sale e pepe sceglierà la dignità o il tornaconto?
Valeva la pena fargliela pagare
Valentino s’appresta a liquidare il debito col fisco, pagando un quinto del dovuto.
S’ammaina dunque lo sbandierato vessillo della lotta all’evasione fiscale, tanto caro al Centrosinistra. La strenua lotta per far pagare le tasse a tutti (per pagarne tutti meno) cozza alquanto con le prime pagine dei quotidiani, che annunciano al popolino di lavoratori dipendenti l’eclatante trattamento di favore riservato al Doctor.Valeva la pena, forse, cavalcare l’onda e l’opinione pubblica, strumentalizzando cinicamente la vicenda e facendo pagare al super campione quel che effettivamente ci doveva. Il messaggio all’orbe sarebbe stato ben altro. E anche l’obiettivo di convincere gli italiani che con il centrosinistra le tasse le pagano tutti ne sarebbe uscito rafforzato. Invece… Invece uno sportivo di fama, ma direi un libero professionista in genere, un lavoratore autonomo, si sentirà autorizzato ad evadere come e più di prima. Nella peggiore delle ipotesi pagherà una multa minore dell’evasione originaria.
Walter e il cinema fantasy
Prima delle elezioni, questo Governo, d’intesa con le parti sociali e l’opposizione deve “realizzare un intervento fiscale a sostegno dei salari”. Lo ha dichiarato il segretario del Pd Walter Veltroni, nel corso di una conferenza stampa. “Rivolgo un invito a tutti – ha aggiunto Veltroni – a rendersi disponibili per un intervento a sostegno dei redditi e della crescita e mi auguro che venga accettata questa sollecitazione perchè non si possono perdere 4 mesi: il Paese ha bisogno di ricominciare a muoversi” (da Il Sole 24 ore del 06 febbraio).
Ma questo dove vive? Prima delegittima il Governo Prodi, flirtando con Berlusconi. Poi, quando ovviamente Berlusconi lo lascia a piedi, dichiara al mondo che il Pd può correre da solo. Nel suo delirio moralizzatore, invita il Cavaliere a fare altrettanto: certo, sono tutti scemi quelli della Cdl! Non domo, si gioca ovunque la faccia, sostenendo a ragione la necessità di una nuova legge elettorale, prima di andare al voto. Adesso, con le camere praticamente sciolte, lancia l’appello alla riforma sei salari, da realizzare in concerto con l’opposizione. Ma ha capito che il gioco è finito o serve un disegno? Un minimo realismo, di buonsenso… Non ci si mette d’accordo per riformare il sistema di voto e si dovrebbe trovare l’intesa per una riforma fiscale? Veltroni è un grande esperto di cinema, genere fantasy suppongo. È preoccupante che il Pd si ritrovi una leader simile.
Buona forchetta – Bramante
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 3 febbraio 2008
Finalmente un locale dove mangiare una fiorentina che sia davvero tale. Molti agriturismo spacciano per “fiorentina” qualsiasi carne (da Pepe ti portano una volgare costata).
Bramante è un ristorante molto curato. Ha l’aria dell’agriturismo di classe, per i diversi attrezzi agricoli attaccati alle pareti, ma la cura del particolare rimanda ad un raffinato ristorante.
La scelta del menu è ampia, ma la particolarità è senza dubbio la fiorentina, che viaggia sui 3.90€ l’etto. Ed è ottima, perché si scioglie in bocca. La carta dei vini è assai ricca, con particolare attenzione alle etichette venete. C’è poco a buon mercato, ma la Ripassa di Zenato può essere una discreta scelta.
Il proprietario è un tipo davvero originale e di primo acchito simpatico. Dopo dieci minuti può risultare un po’ pesante, ma nel complesso il servizio è sicuramente ottimo. L’unica pecca è il tariffario, anch’esso degno dei posti più “in”.
Noi con quattro antipasti, un assaggio di tagliata di bisonte, fiorentina da 1,8 kg (divisa in quattro) dolce e caffè, avremmo superato i 50€ (con lo sconto “conoscenza” siamo scesi a 45). Non è poco, ma una volta ogni tanto, per mangiare una buona fiorentina, vale davvero la pena. D’altronde è difficile trovare vere chianine a prezzi più modici.
Voto finale: 7
Ristorante Bramante, piazza Violini Nogarola, 7 – Castel D’Azzano (Vr)