I figli degeneri di Robespierre


Robespierre salterebbe sul patibolo, pervaso dalla sorpresa ed esaltato dalla profonda speranza. Se potesse vederli, quegli ultrà che si sono ribellati alle forze dell’ordine, forse non crederebbe ai suoi occhi. Affronterebbe la morte col ghigno fiero del padre soddisfatto, che ha scoperto figli degni, emuli coraggiosi della lotta al potere.

Lotta dura che piega l’ordine costituito, costringendolo a sospendere le partite. Assalti alle sedi giornalistiche, armi in pugno contro i mezzi della polizia, cariche alle caserme. A vederlo così, sembra proprio il popolino che esausto alza le mani contro il governante. Rivoluzione.

Viene da chiedersi come mai tutta questa energia, questo coraggio e questo ardore, degne dei più nobili ideali giacobini,  non vengano spiegati in battaglie più sensate. Perché nessuno insorge contro un parlamento di pregiudicati, contro un aumento inverosimile dei carburanti che tra le accise comprendono ancora le sovvenzioni per la guerra d’Abissinia o la ricostruzione del Vajont? Perché nessuno imbraccia le armi contro la mafia o lo strapotere truffaldino delle lobby bancarie? Contro i mass media da regime o la casta degli intoccabili?

I disordini di ieri sono solo lo sfogo di insane e dissennate brame. La drammatica morte di un tifoso, vittima di una raccapricciante e tragica fatalità, è stata l’occasione per sfogare la violenza e menare le mani. Dietro a ciò, nessun ideale, nessun sogno, nessuna utopia. Altro che lotta al potere.

  1. #1 by ANDREA at 13 novembre 2007

    secondo me e’ la logica del branco…. non so se avete notato come questi individui diventino forti solo li nella curva e solo quando hanno il volto coperto!! poi appena vengono scoperti o fermati la prima frase e’ non sono stato io o non volevo andarci non c’ento

(non verrà pubblicata)

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