Dopo un anno


Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò.
Da quando sei partito, c’è una grossa novità:
l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va.

(L. Dalla – L’anno che verrà)

Un anno. È difficile immaginare che due amici affiatati possano restare separati per un intero anno. È difficile rappresentarli distanti per tanto tempo, senza che possano vedersi o sentirsi, senza che riescano a parlarsi o almeno a scriversi.
Se questo accadesse, cioè se potessi rivederti dopo un lungo anno, rincontrandoti ti chiederei innanzitutto che razza di fine hai fatto. Conoscendomi, ancor prima di rivolgerti il saluto, mi scaglierei polemico contro di te, ti attaccherei chiedendoti come hai potuto permetterti di partire senza avvisare, senza spiegare, senza salutare. Quale viaggio può mai giustificare il silenzio nei confronti dell’amico che resta? Anche il viaggio più strano, o il più corto, contempla dentro di sé un momento di congedo da chi resta. Semplicemente perché per arrivare da qualche parte, occorre partire da qualcosa o da qualcuno.
Litigheremmo probabilmente. Orgogliosi e permalosi, entrambi scaglieremmo le nostre insicure scuri contro lo sterno fragile dell’altro. Vicendevolmente ci percuoteremmo a suon di voraci ironie, spietatamente, consapevoli che la parola ferisce molto di più di qualsiasi gesto, anche del più eclatante.
Poi, meditando e rimuginando, accantonerei l’ira e la collera e come sempre farei il primo passo. Sarei curioso, ti chiederei dove sei stato, che cosa hai visto, che cosa hai fatto. Certamente per te, che viaggiavi poco, sarebbe un insopportabile interrogatorio. Ma racconteresti, ne sono certo, con l’aria stanca di chi ha continuato nell’abitudine di sempre, orgogliosamente attento a narrarmi i momenti salienti, evitando gli insolenti ed inutili dettagli, che fanno d’ogni racconto una noiosa litania.
Torneremmo a parlare di ristoranti e soprattutto di grandi vini rossi. Nell’eterno dibattito se un cabernet barricato possa mai raggiungere i livelli del Tancredi siciliano, forse arriveresti a darmi una risposta. Mi piacerebbe tanto sapere se mentre eri via hai ascoltato l’ultimo disco di Van De Sfross; certamente mi stupiresti. Ricordando qualcuna delle sue splendide frasi dibatteremmo a lungo sul significato da dare a quelle metafore: semplice saggezza popolare o filosofia di vita, tangibile nel quotidiano?
Vorrei chiederti dove hai festeggiato l’ultimo compleanno, dove hai seguito la finale di Champion’s e perché al sabato sera hai smesso di uscire con noi.
Dopo un anno, invece, sono costretto a rimandare ogni domanda. Nell’assurda speranza di riuscire un giorno a trovare delle risposte.

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  1. #1 by Gianluca at 26 settembre 2007

    Non potevo non aprire per prima questa pagina web stamattina. Sapevo che ci sareste stati. E, sembra poco, ma questo è già eterno.

  2. #2 by Dicono at 26 settembre 2007

    E’ la prima volta dopo un anno che parlo di quello che è successo in termini personali.
    Non mi sono mai permessa di esternare i miei sentimenti e di dire a tutti quello che provavo, avevo paura di sentirmi fuori luogo perchè ero quella che, di tutta la compagnia, lo conosceva da meno tempo e aveva condiviso (purtroppo) meno esperienze insieme a lui.
    Adesso è passato un anno e non c’è stato un giorno, durante questi lunghi 12 mesi, in cui non gli abbia dedicato un pensiero, spesso anche qualche preghiera. Non è passato un singolo giorno senza che mi tornassero alla mente le cene a coppie, le grigliate, gli aperitivi insieme, le battute… pensieri tristi, ma che al solo ricordo mi hanno fatta anche sorridere.
    Volevo solo dire questo: grazie Lele. Grazie per essere entrato nella mia vita, anche se per poco tempo. Grazie per quello che mi hai insegnato e per i ricordi che hai lasciato nel mio cuore.
    Non ti dimenticherò mai.

  3. #3 by andrea at 26 settembre 2007

    dopo un anno ci restano purtroppo solo le parole e i ricordi!!
    dimenticarlo sarebbe la cosa piu’ drammmatica che potrebbe succedere,
    dimenticare le sue espression,i le sue frasi, il suo essere permaloso che subito ci faceva incazzare e poi ci faceva ridere
    a me spesso viene in mente per esempio quando mi diceva…. “ciao marcione” oppure mi vengono alcune delle ultime sere tipo quella di italia germania vista a casa sua o la finale dei mondiali vista a casa mia!!
    cerchiamo di tenercelo vicino nei nostri ricordi e di conservare ogni piccolo brivido che ancora puo’ venirci nel pensare a quanto siamo stati bene insieme a lui
    come a silvio anche a me e’ venuta in mente una canzone….
    svegliarsi un anno fa di raf…. un anno e’ passato veloce e a volte in modo triste ma mi piace pensare ai 15 passati insieme a lui e a voi in modo felice sperando che tutti i prossimi che verranno siano come se non di piu’ ricchi di felicita’!!

  4. #4 by Dicono at 26 settembre 2007

    E’ passato un anno da quel brutto giorno. Quando è successo, non ho avuto la forza di dire apertamente quello che sentivo dentro di me, avevo paura di essere fuori luogo perchè, di tutta la compagnia, ero quella che lo conosceva da meno tempo e che, purtroppo, aveva condiviso meno esperienze con lui.
    Nonostante ciò, non è passato un giorno da quel 26 settembre 2006 in cui non gli abbia rivolto un pensiero, spesso anche qualche preghiera. Non è passato un solo giorno in cui, a volte ridendo e a volte con le lacrime agli occhi, non abbia pensato alle cene, alle grigliate, alle battute, agli aperitivi insieme.
    Dopo un anno, voglio solo dire questo: GRAZIE LELE. Grazie per essere entrato nella mia vita, anche se per così poco. Grazie per quello che mi hai insegnato e per i ricordi che hai lasciato nel mio cuore.
    Non ti dimenticherò mai.

  5. #5 by sara at 26 settembre 2007

    …e anch’io oggi…non ho aspettato la sera quando ogni tanto dò un occhiatina e leggo un pò…ma appena tornata dal lavoro, sono venuta a leggere a cercare quello che già sapevo di trovare…chi ce l’ha sempre nel cuore.

  6. #6 by max at 26 settembre 2007

    …io credo ancora nel paradiso,
    ma almeno ora so che non e’ un posto da cercare fuori,
    perche’ non e’ dove vai, lo trovi dentro,
    quando senti nella tua vita di far parte di qualcosa e di qualcuno.
    E se lo trovi quel momento dura per sempre…
    Ciao Lele.

  7. #7 by Erica at 27 settembre 2007

    Ho letto i vostri commenti mentre allattavo il mio nuovo bambino.
    Andrea ha poco più di un mese.
    Una nuova vita: tante speranze, tanto amore, tanta felicità, tante paure…
    La cosa che mi spaventa di più, che letteralmente mi terrorizza, è perdere un figlio. Per una mamma deve essere un dolore immenso, un’enorme crudeltà, a opera di chi… non so.

    Con il cuore stracolmo di emozione, vi abbraccio.

  8. #8 by Mary at 28 settembre 2007

    E’ passato un anno da quel 26 settembre.
    Io sono quella che lo conosceva meno, e forse è per questo che non ho mai parlato apertamente in mezzo agli altri di quello che ho provato e provo anche adesso pensando a Lele.
    Dal 26 settembre 2006 non è passato un solo giorno senza che gli abbia rivolto un pensiero e spesso anche una preghiera. Non è passato un solo fine settimana in cui non mi siano venute in mente le serate, le cene, le grigliate e gli aperitivi insieme.
    Vorrei dire solo questo: GRAZIE LELE. Grazie per essere entrato nella mia vita, anche se per troppo poco; grazie per quello che mi hai insegnato e per i ricordi che hai lasciato nel mio cuore.
    Non ti dimenticherò mai.

  9. #9 by admin at 30 settembre 2007

    Dall`Irlanda ho sentito il bisogno di cercare i vostri commenti. Grazie a tutti.

(non verrà pubblicata)

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