Che le coppie di fatto siano un fenomeno reale, esempio tangibile del mutamento progressivo della società, è incontrovertibile. Mutamenti sociali, nelle abitudini, nelle aggregazioni, che devono essere viste come domande che il cittadino pone a tutti coloro che regolano la vita di una comunità. È per questo che uno stato laico non può non considerare simili questioni e attivarsi per fornire delle risposte. Uno stato laico deve innanzitutto riconoscere queste tendenze crescenti e deve esprimere i suoi giudizi in base alla legislazione vigente, non ai precetti morali che vivono fuori dalla sua laicità. Altrimenti è un’atra cosa. In secondo luogo, riconosciute e giudicate queste tendenze, deve saperle fronteggiare.
Al Governo Prodi va dunque il merito di aver preso in considerazione una necessità diffusa, di essersi mosso per dare ai cittadini delle risposte di fronte ad un crescente bisogno collettivo.
Confuto tuttavia il merito di questa risposta, sempre in virtù della mia vecchia convinzione che Prodi e i suoi prodi siano obbligati a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte: si trovino cioè costretti ad accontentare pochi, nel tentativo di non scontentare nessuno.
Non si capisce innanzitutto come si possano equiparare le coppie di fidanzati a quelle di parenti (fratelli e affini). Due fratelli che convivono hanno forse il bisogno di vedere sancito il diritto reciproco di visita all’ospedale? Non esistono già norme che tutelano la parentela in materia di successione? Occorre stabilire con nuove leggi che due fratelli conviventi hanno il diritto di subentrare vicendevolmente nei contratti d’affitto?
Tutti questi diritti, a cui si sommano svariati doveri (es. mantenimento) sono attribuiti anche alle coppie di fatto, generalmente intese (fidanzati conviventi). Ma allora cosa distingue tutto questo da un tradizionale matrimonio civile? Non stiamo parlando alla fin fine degli stessi diritti e doveri sanciti in un atto pubblico, stipulato di fronte al sindaco?
Il dubbio è che tutto il palco serva a sostenere l’introduzione sulla scena dell’istituzionalizzazione delle coppie omosessuali. Ma allora non sarebbe stato più razionale e corretto legiferare specificatamente per queste realtà? Certamente sì. Tuttavia lo scalpore e i voti contrari sarebbero stati di ben più ampie dimensioni.
Un colpo al cerchio, uno alla botte…
"Dico", quel che penso
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#1 by Gianluca at 10 febbraio 2007
Mi meraviglia la tua ripetuta meraviglia verso le attività politiche di chi governa.
Ora lo chiami “un colpo al cerchio, un altro alla botte”, un’altra volta “scelte diplomatiche”, un’altra volta ancora “bisticci politici”.
Ma è ovvio che sia così.
Di destra o di sinistra. Le moltitudini da accontentare sono infinite. Se si vuole raggiungere un accordo si scende al compromesso.
E sarà così per sempre, quindi basta con questo rimanere ad occhi sbarrati.
Ma parliamo di Dico.
Le coppie di fatto ci sono. I tempi sono cambiati. I concetti di “famiglia” sono cambiati. I rapporti omosessuali dall’oscurità sono venuti alla luce.
Quindi la norma serve. Anche a costo di colpi al cerchio e alla botte.
Un primo passo è fatto. Col compromesso, e sia.
Penso sia giusto far cadere tutti i pregiudizi sulle situazioni di fatto. Ci sono. Non mi piacciono gli allarmismi della Chiesa o di certe forze politiche, di colpo tutte santarelline.
Prendiamo atto che il mondo cambia e le norme è giusto che si adeguino.
#2 by admin at 10 febbraio 2007
1) Permetterai che mi meravigli di fronte ad un modo di fare politica che non rispetta nessuna regola se non quella della del “tiriamo a campare”. Non è affatto vero che tutte le realtà politiche si basano sul compromesso. O almeno non nel modo e nella misura in cui lo fa Prodi. Evitiamo di fare del qualunquismo.
2) E io cos’ho detto? Non contesto il fatto che ci si occupi del problema (che di per sè è lodevole), ma del COME lo si affronta.
#3 by Gianluca at 10 febbraio 2007
Stiamo parlando della politica italiana o si può spaziare in tutto il mondo?
#4 by admin at 13 febbraio 2007
Come vuoi. Sia in Italia che nel momdo (e soprattutto nella storia) ci sono esempi di governi che hanno governato con meno “cerchiobottismo” di Romanone. Magari con altri (e maggiori) difetti. Ma questo non c’entra.