Il giallo delle schede bianche denunciato da Deaglio racchiude non poche perplessità.
Chiarisco dapprima i fatti. Attraverso un’accurata indagine giornalistica, nei giorni scorsi emerge un piano artificioso per modificare l’esito elettorale delle ultime votazioni politiche. Nel tragitto telematico che compiono i dati delle urne per giungere dalle Prefetture al Viminale, una manomissione ai sistemi informatici avrebbe modificato una considerevole quantità di schede bianche in preferenze pro Forza Italia. Chi lavoricchia nel settore informatico sa che l’intervento per pilotare un flusso di dati da una parte piuttosto che dall’altra è alquanto banale. Il problema sono gli accessi ed i controlli, ma modificare in questo modo un software è di per se abbastanza semplice. Questo tentativo di pilotare le votazione spiegherebbe, col senno di poi, la divergenza di dati tra le proiezioni, che davano l’Unione saldamente in testa, e l’esito finale che ha visto la vittoria del Centrosinistra per una manciata di preferenze. Sempre a detta di chi ha condotto l’indagine, anche le schede bianche avrebbero raggiunto percentuali irrisorie e pressoché identiche su tutto il territorio. Un’esiguità ed un’uniformità mai viste prima. Il trionfo di Forza Italia sarebbe stato impedito dall’ex Ministro Pisanu, che colto da un estremo ritorno di coscienza, avrebbe interrotto il folle saccheggio di voti. Ma qualcosa non mi torna.
1- Perché se Forza Italia poteva addirittura gestire con propri uomini la trasmissione dei dati telematici, avrebbe messo in atto la più stupida delle strategie: accaparrarsi sommariamente quasi tutte le schede bianche, destando sospetti in ogni dove? Non era meglio studiare una strategia più raffinata e meno rude, come sottrarre qualche voto agli avversari, oppure far crescere proporzionalmente anche gli altri partiti della CdL?
2- Perché perpetrando una truffa di queste proporzioni, Forza Italia è riuscita a perdere? Vi pare che una ruberia di queste dimensioni si improvvisi qualche giorno prima, sperando solo nella collaborazione del Ministro degli Interni? Vista l’entità della posta, mi sarei aspettato un piano più articolato.
3- Perché se un manipolo di giornalisti è arrivato a scoprire queste cose, la maggioranza di governo (dotata di poteri ben più forti e di strumenti ben più efficaci) non ha saputo scovare da sola l’arcano? E perché tuttora sembra quasi disinteressata alla questione? Se io avessi il sospetto di un broglio compiuto dal mio avversario e avessi ogni potere per indagare, la prima cosa che farei sarebbe screditarlo (per sempre) agli occhi di tutti. Lapalissiano.
4- Come è possibile che indagini di questo tipo partano sempre e solo dai giornalisti? La magistratura, nella migliore delle ipotesi, si interessa delle questioni solo dopo il clamore dei giornali. Perché da sola non ci arriva o perché qualcuno la blocca?
5- Perché non si inizia subito a controllare i verbali? Non è necessario ricontare le schede, come tutti paventano. La manomissione sarebbe avvenuta a valle, nella trasmissione ultima dei dati dalle periferie a Roma. Basterebbe controllare se i dati collimano con le somme contenute nei verbali dei seggi, o anche solo verificare i consuntivi che ogni comune effettua alla chiusura dei seggi stessi. Sarebbe un’attività piuttosto semplice e relativamente breve. Al contempo farebbe chiarezza, in un senso o nell’altro, ponendo fine a questa inutile coltre di incertezza.
6- Perché Deaglio & Co hanno realizzato un dvd, che nella giornata di uscita non si trovava in edicola? Passi la volontà di fare dei soldi con questa storia, ma creare un’aspettativa simile e manipolare l’appetibilità del prodotto non è eccessivo?
Ci affidiamo all’esito delle indagini, non per speranza, ma perché non possiamo fare altro. Tutti i politici invocano chiarezza, ma nessuno rema nella direzione giusta. La minoranza getta acqua sul fuoco, la maggioranza non sembra toccata dal problema (questa è la cosa che meno capisco). Potremmo scoprire che qualche giornalista ha preso in giro tutti quanti e si è fatto una montagna di soldi. Oppure che siamo davvero nella Repubblica di Bananas, dove anche le più basilari regole democratiche hanno perso la loro certezza e la loro essenza. Esportare la democrazia all’Est, dibattere sulla necessità di elezioni regolari in paesi usciti dalle dittature, mandare uomini a presidiare i seggi iracheni… e poi trovarsi in casa brogli simili (e connivenze simili) sarebbe davvero surreale.
Tra Repubblica delle Banane e taciti consensi
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