I colori della polemica


L’esordio incolore della nazionale di Donadoni è stato sapientemente organizzato nella città rossa di Livorno, culla e levatrice del tecnico bergamasco, il giorno appena dopo ferragosto. Chi, tra gli organizzatori, ha lamentato una scarsa affluenza di pubblico poteva anche ingegnarsi prima e meglio. Non era poi così difficile. Sul petto degli eredi degli eroi di Berlino mancava la quarta stella… “Un mese e mezzo non è bastato ai fornitori per aggiornare la maglia” – è stato il sorprendente commento dei responsabili.
La curva amaranto, tra un “bella ciao” e un “bandiera rossa”, si è rifiutata di supportare gli Azzurri, rendendo plateale la protesta contro la Federazione e i suoi vertici, contro i processi sommari e le sentenze “a tarallucci e vino”, sintomo ed effetto di un cancro sociale che ha colpito mortalmente anche lo sport più bello. Associarsi al malcontento è doveroso per chiunque si ritenga amante dello sport. Ed io lo faccio a buon grado. Non posso accettare tuttavia che si fischi l’inno nazionale e che lo si faccia nel day after di una vittoria mondiale. Ai livornesi, che troppo spesso confondono la curva degli stadi con gli slarghi delle piazze, voglio dire che potevano starsene a casa. Non si era mai vista una nazionale campione del mondo fischiata dal pubblico di casa. Italiani, popolo di avanguardisti.

  1. #1 by Gianluca at 23 agosto 2006

    Cos’è oggi il calcio? Nel migliore dei casi è come il wrestling. Si sa prima chi vince, chi deve retrocedere. Chi partecipa alle coppe europee. Calciopoli è come se non fosse mai esistita. La vittoria dei Mondiali l’ha cancellata. Sembra ormai una storia dei tempi di Meazza, di Piola. Rimangono alcune interviste, quasi imbarazzanti per il loro candore, di Rossi che vuole riformare il calcio. Poveretto, nessuno gli ha ancora detto nulla. Lui crede veramente di fare il commissario.
    In questa situazione la Juve in A è un dovere, sarebbe l’unica a pagare per il ‘Calcio Truman Show’ a cui abbiamo assistito. Prima però deve risarcire fino all’ultimo centesimo tutti coloro che hanno comprato le sue azioni. Abbiamo pagato soldi veri alla Rai e a Sky per vedere partite finte. Comprato biglietti per assistere a delle sceneggiate. I soldi almeno ce li devono dare indietro. Altro che abbonamenti per la prossima stagione e rinnovo di Sky. Perchè la Rai e Sky non fanno causa a nome dei loro utenti alle squadre di calcio?
    E la vittoria dell’Inter a tavolino? Una squadra senza intercettazioni che aveva tronchetti, presidente di Telecom, come azionista. E’ una contraddizione in termini.
    Garante del cambiamento è stato nominato Matarrese a capo della Lega Calcio. La sua prima affermazione e’ stata: ridiamo il calcio a “chi lo conosce”. Moggi gli ha telefonato subito. Le squadre quotate in Borsa, i soldi degli sponsor, i guadagni televisivi. In campo non scendono più dei ragazzi, ma delle banconote con le gambe. Banconote false. E allora W l’Italia, ma soprattutto peccato per il Ghana.

  2. #2 by Gianluca at 23 agosto 2006

    Quello di prima era tratto dal blog di Grillo.

(non verrà pubblicata)

  1. Ancora nessun trackback