Mezza esistenza spesa a chiedere con arroganza il permesso di rientrare in Italia. Un passato torbido, ma una volontà limpida di reintegrazione.
Il Principe Vittorio Emanuele ha sempre manifestato il desiderio, o meglio, ha sempre rivendicato la presunzione del diritto, di tornare in Italia. Ero tra quelli che ne auspicavano il rientro. Non tanto in virtù di particolari meriti o perché fosse ingiusto gravarlo di colpe non sue, quanto piuttosto per porre fine ad un passato lontano che ad ogni occasione si trascinava strascichi inutili e pesanti. Ne ho sostenuto il rientro, sottolineando che questo sarebbe dovuto avvenire con tutte le garanzie possibili relativamente ai beni di casa Savoia (tasse, etc…). Non mi è dato sapere se questo sia effettivamente avvenuto, ma ho motivo di dubitarne.
Ad ogni modo, il Principino ha sempre sbandierato la carta della rispettabilità e dei bei princìpi. Come se confinarlo oltralpe significasse rinunciare ad un uomo probo ed indefesso, con grave deficit per l’Italia intera.
Ora, se sarà provata la sua colpa, saremmo di fronte all’inconsistenza dei suoi decantati princìpi; se sarà provato il suo raggiro da parte di altri personaggi, ci troveremmo di fronte alla sua scarsa intelligenza.
Comunque vada, ho l’impressione che gli Italiani perderanno poco.
Principe e princìpi
- Ancora nessun commento.
- Ancora nessun trackback