Onorevole, mi permetta…


Chiamato in causa sull’argomento “Italia dei Valori” e sul ruolo di Di Pietro, ho inserito un commento sul blog dell’onorevole ed ho mandato una e-mail al suo indirizzo personale di posta elettronica. Questo il mio rimprovero integrale.

Onorevole Di Pietro,
persone a me care, che l’hanno sostenuta affidandole i loro voti, mi hanno introdotto a questo blog. Ammiro la sua iniziativa e le riconosco l’attenzione per la comunicazione verso il cittadino, dote rara nella classe politica italiana. Come avrà modo di intendere, non sono tra quelli che hanno votato il suo partito. Rispetto agli autori degli interventi contenuti in questo spazio, mi divide dunque quel concetto di “mandato”, tanto decantato. Mi uniscono tuttavia il disgusto e la delusione, per un governo neonato che sembra disattendere ogni promessa fin dai suoi primi passi. Le riassumo i motivi che danno origine alla mia (e a quanto vedo non solo “mia”) collera.
1- Lei ha fatto una campagna elettorale improntata quasi esclusivamente sui temi della giustizia. Ha attaccato gli scempi del governo precedente, partendo dall’anomalo rapporto dell’ex premier con i tribunali e terminando con la necessità di “fare giustizia”. Ha biasimato condoni e indulti, ergendoli a bandiera contro la quale lottare. L’elettore medio che le ha conferito mandato, lo ha fatto unicamente per un desiderio di giustizia che lei sembrava incarnare. Lo ha fatto nella speranza che potesse occuparsi direttamente dell’unica questione, la Giustizia appunto, della quale si intende. Ha sperato che sulla poltrona del dopo Castelli potesse sedere un esperto di ruolo. Oggi l’elettore si ritrova con Mastella alla Giustizia e Di Pietro alle Infrastrutture (come se Pecorario Scanio andasse alla Difesa, per dire). I casi sono due: o lei non vale niente ed è incapace di negoziare (ma allora perché mai gli elettori dovrebbero sostenerla?), oppure la sua campagna elettorale era “falsa” e la sua necessità era quella della poltrona qualsiasi.
2- Non perde occasione di argomentare la sua lealtà a Romano Prodi, anche di fronte a scelte poco condivisibili. Mi chiedo: se non condivide le scelte di Prodi, perché non dargli un appoggio esterno, invece di piegare continuamente la schiena evitando di mostrare qualche volta i pugni sul tavolo? Non sarebbe eticamente più corretto?
3- Un teatrino per decidere poltrone ed incarichi. Ma scusi, su che cosa vi eravate accordati prima del voto? Non sulle cariche istituzionali, non sui ministeri. Su che cosa? Sul programma? E allora perché, ad esempio, Bertinotti vuole partire dall’amnistia e lei no? Possibile che non vi accorgiate che ci sono questioni più importanti da affrontare. Alzi la voce!
4- Tanta retorica per dare “più spazio alle donne”. Sarebbe questa l’azione che segue all’idea? Sei donne su venticinque ministeri, di cui cinque senza portafoglio? Lo capite che la gente misura la vostra credibilità anche da questi segnali?
Se queste sono le premesse, le faccio tanti auguri. Ne ha bisogno. Non sono onorevole come lei, ma sono ospitale. Dopo aver giocato in trasferta la invito sul mio blog, più semplice e scarno del suo, ma sicuramente meno contraddittorio (www.silviobau.it). So che non ci verrà. Ma a breve sono convinto che avrà tanto, tanto tempo libero. E se tra qualche mese non saprà cosa fare… io l’aspetto.

  1. #1 by Gianluca at 24 maggio 2006

    Alcune brevi considerazioni, non per difendere il politico di turno ci mancherebbe, ma per provare a capire meglio certi atteggiamenti.

    1. Chi dice che non ci fossero già degli accordi pre-elettorali sulle poltrone? Io credo che Mastella abbia preteso la Giustizia ancora prima di andare alle urne, come garanzia di appoggio al centro-sinistra.

    2. Perchè un Ministero come le Infrastrutture non dovrebbe avere la sua importanza? Ci sono grandi opere approvate dal precedente governo senza finanziamenti. Cosa facciamo? Le teniamo lì o andiamo avanti? E come? Con l’arroganza di “andare avanti comunque!” o sentendo prima le amministrazioni locali? Boh, a me sembra che di lavoro ce ne sia da fare.

    3. Alzare la voce? Ci sono modi e modi. C’è stato un tentativo di alzare la voce per quel ministero degli italiani all’estero e la stampa ha bollato l’Italia dei Valori come quelli assetati di poltrone. Sinceramente mi vien da ridere.

    4. Perchè non appoggiare il governo dall’esterno? Uno, perchè forse c’erano già gli accordi di cui al punto 1; due, perchè uno non dovrebbe mettere a disposizione la propria competenza per il governo nel quale è stato eletto?

    5. Le scelte prese da Di Pietro mi sembrano invece condivisibili: in questa fase mi sembra inutile dividersi o puntare troppo i piedi. C’è una coalizione di centro sinistra che deve governare, almeno deve provarci! Si comportassero tutti come Di Pietro…

    6. Non ho capito se la colpa dell’eventuale fallimento del centro sinistra sia già da imputare a Di Pietro. Prendere di mira SOLO lui mi sembra un po’ eccessivo no Silvio?
    Ma meno male che al Governo c’è uno come Mastella! Quello sì è un gran politico…
    Invita pure lui al tuo sito.

  2. #2 by Gianluca at 27 luglio 2006

    Attendo un tuo commento sulle ultime vicende in merito all’indulto.

    Sicuramente tu sarai per la linea dura: dimettiti Di Pietro!

    Io mi permetto solo di dire che non è questo l’argomento di questi giorni (come lui stesso ha suggerito).

    Prendiamo atto che è stato l’unico a dire qualcosa “contro” l’indulto. Altrimenti l’Italia manco si sarebbe accorta dell’approvazione di questa legge.

    Non aggiungo altro.

(non verrà pubblicata)

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