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Voltapagina: molte parole, pochi fatti (Lettera al Direttore della Gazzetta di Mantova)
Posted by Giullare in Cose di paese on 20 aprile 2005
Direttore di Voltapagina,
cari amici della redazione,
nella scorsa campagna elettorale l’amministrazione aveva lasciato intendere un maggior impegno per il nostro giornale comunale. Dopo cinque anni di altalenante conduzione, siamo stati infatti travolti da belle parole e da accesi, entusiasmanti propositi. Parola d’ordine: “ricominciamo daccapo”. Proprio l’assunzione di un assessore esterno, preposto anche a questo scopo, aveva fatto intendere un cambio di rotta, un impegno più concreto.
Oggi, dopo la realizzazione dell’ormai unico e sinceramente imbarazzante numero di Natale, ci troviamo al punto di partenza. Non un incontro, non un progetto.
Ai miei dubbi, sollevati innanzitutto “in famiglia”, ossia di fronte a chi doveva tenere le redini di questo traballante carro, è stato demagogicamente risposto che i buoni propositi iniziali hanno cozzato con le difficolt� concrete del campo. L’acqua calda, insomma.
Premesse e promesse sono state inavvertitamente disattese. La politica non c’entra, parliamo di servizi.
La cosa è inaccettabile. Se si applica il principio del comune-azienda che lavora sui risultati (ed il ricorso agli assessorati esterni non può che essere sotto l’egida di questa filosofia), allora occorre quantificare costi e benefici in ogni momento e correggere minuziosamente la rotta. Ma come al solito: grandi parole, piccolissimi fatti.
Avendo partecipato alla fondazione di Voltapagina e avendone partorito il nome, mi sento particolarmente legato a questo giornale, applicazione tout court del principio democratico. Avrei preferito lanciare il mio monito davanti agli amici della redazione, ma il caporedattore, prefissandosi di radunarci entro marzo, ci ha deluso una seconda volta. Chiss� che ora, allargata la platea, non si muova qualcosa.
Diceva De Gaulle: “Poiché un politico non crede mai in quello che dice, quando viene preso alla lettera rimane sempre molto sorpreso”. Ma in questo caso siamo sicuri che il mio sfogo non abbia suscitato stupore alcuno. Vero?